07 novembre 2007

Non sai, ma devi sapere...

Se giochi a carte, non è detto che tu conosca il bridge. Il gioco che nascosto nelle sale di una volta, fino ai circoli pressoché abbandonati, stimola il cervello più di ogni altro.
Ci sono pagine e pagine di regole, tornei e tavoli improvvisati, corsi e improvvisazioni.
E anche se tutto ciò può essere il filo conduttore di molti giochi di carte, vi assicuro che non è da tutti giocare a bridge.
Così mi sono incuriosito quando mio padre ha iniziato il corso. E la sera, prima di andare a lezione mi raccontava qualche nuova regola o prassi da seguire durante il gioco.
Mi hanno colpito due cose in particolare. Forse tre.
Non si parla: ci sono dei segnalini per dichiarare le proprie intenzioni.
Si gioca col morto: uno dei due giocatori scopre le carte, e il compagno sceglie cosa deve giocare
Vince chi è bravo: tornei dove le carte giocate si raccolgono, per ricomporre una partita identica a quella precendente. I quattro giocatori successivi, quindi giocheranno con le stesse carte.
Vince davvero chi è più bravo.
E' un po' il mio sogno, cioè che in Formula1 gareggino tutti con la stessa macchina, per valorizzare il pilota.
Ma torniamo all'enciclopedia del brigde: visto che non si parla, non si possono usare toni per fare capire al compagno le proprie carte.
Mio padre l'ha riassunto dicendo:"non sai... ma devi sapere!"