15 febbraio 2006

Comunque io sono Piero!

Il solito bar, il solito caffè, i soliti clienti. Mi chiamano per nome, mi sento a casa. E si ricordano che uso lo zucchero di canna. Così un'altra delle mie abitudini, mi da sicurezza. E talvolta mi manca se non riesco a vivere quei 2 minuti, col rumore della macchina del caffè, e col profumo di una miscela italiana. Mentre aspetto, si fanno due battute sul primo di noi che esce dalla porta, ci risaluta dal vetro, e iniziano una serie di smorfie e commenti, per prenderlo in giro. In un batter d'occhio rientra e recita la parte dell'offeso, e del duro. Fragorose risate e si inizia il pomeriggio col sorriso.
Sorseggio, mi pagano il caffè e uscendo uno di questi mi dice - Comunque io sono Piero! - gli rispondo - Federico, piacere mio -. E pensavo di conoscerli tutti.